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Sci: Bis Maier, sconfitta sindrome Kitzbuehel

publiziert: Samstag, 20. Jan 2001 / 17:11 Uhr

Kitzbuehel (Austria) - ''Adesso finalmente tutta l'Austria sara' contenta: ho vinto anche sulla montagna sacra'': oggi, pur felicissimo, Hermann Maier non e' riuscito a fare a meno di ironizzare dopo aver dominato sulla mitica Streif di Kitzbuehel.

Era l'unica vittoria che gli mancava ma era proprio quella sulla pista piu' famosa d'Austria e del mondo, considerata il tempio dello sci. Herminator, trionfante, e' cosi' oggi riuscito a battere dopo quattro tentativi la sindrome di Kitzbuehel che sembrava averlo colpito, incapace persino di salire sul podio in discesa sulla Streif.
La prima volta, tre anni fa, nel momento della sua esplosione agonistica, i suoi tecnici gli inventarono persino una piccola malattia temendo che lui, su una pista che aveva sempre detto di non amare, rischiasse troppo mettendo a rischio le successive gare olimpiche in Giappone.

Poi sulla Streif ha gareggiato in discesa altre due volte ottenendo pero' solo un ottavo e un quarto posto: troppo poco per Herminator. Oggi, finalmente, e' arrivata la vittoria con una doppietta che fa il bis con quella in supergigante di ieri. Cosi', neppure dopo la vittoria, Maier non ha saputo trattenersi dal ripetere che, in fondo, la Streif per lui non e' il massimo ''perche' non si possono cercare linee speciali ma dove bisogna solo buttarsi giu' per la massima pendenza''.

Per Maier quello di oggi e' 36 esimo successo in carriera, l'ottavo stagionale, il nono in discesa. In questa disciplina quest'anno ha vinto tre delle cinque gare disputate ed e' balzato in testa anche alla classifica di questa disciplina oltre che in quella generale.
Domani gareggera' nello slalom valido per la combinata e qualche punto lo raccogliera' anche li'.

Per quanto riguarda gli azzurri, l'assenza forzata di Kristian Ghedina si e' fatta pesantemente sentire. Il cortinese stamani si e' alzato dal letto capendo subito che, nonostante gli antidolorifci, i calmanti e la fisioterapia, non c'era niente da fare e che anche oggi, come ieri in supergigante, non avrebbe potuto gareggiare per la contrattura muscolare alla schiena riportata giovedi' in allenamento.
''E' come un colpo della strega forte e per guarirlo ci vuole il suo tempo'', ha detto Ghedina che e' stato visitato dal capo della equipe medica Fisi, Herbert Schoenhuber, arrivato appositamente da Milano per controllare il n.1 degli italiani.

''Ho fatto flebo ieri sera e anche questa mattina - ha aggiunto Ghedina - ma non riuscivo a stare neppure bene diritto in piedi. E allora sarebbe stato stupido rischiare a pochi giorni dea mondiali''. Cosi' ''Ghedo'' ha seguito la gara dal traguardo, sempre affascinato dalla Streif, pista su cui ha vinto nel 1998 - unico azzurro - e dove l'anno scorso fu secondo.
''E' una gara che e' splendido fare ma che e' bella - ha detto il cortinese - anche da guardare stando qui in basso nel parterre. Comunque conto di tornare in pista tra una settimana, nella libera e nel superG di Garmisch''.

Senza Ghedina, il miglior azzurro e' stato come al solito il parmense Alessandro fattori che ha chiuso pero' solo con 18 esimo tempo, troppo poco per il suo reale valore. ''E' stata tutta colpa mia - ha spiegato deluso - perche' sono entrato male nella stradina centrale e non mi sono portato dietro la necessaria velocita'.
E' stato un erroraccio''. Ancora piu' indietro sono finiti gli altri azzurri: Roland Fischnaller 19/o, Lorenzo Galli 22/o, Kurt Sulzenbacher 26/o, Ivan Bormolini e Luca Cattaneo in 36/a e 40/a posizione.
Questo vuol dire che l'allenatore Alberto Ghidoni non avra' un compito facile nel trovare, oltre a Ghedina e Fattori, qualche altro atleta da mandare ai mondiali di St. Anton.

Domani la tappa di Kitzbuehel si chiude con lo slalom valido per la combinata con la libera di oggi. Gli austriaci, trionfatori nell'ultima gara di Wengen con cinque uomini ai primi cinque posti, vogliono un altro clamoroso risultato.
Per gli azzurri, ancora assente il trentino Angelo Weiss per una borsite all'anca, possono solo sperare in un improbabile miracolo.

(ba/Ansa)

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